Sollazzevoli storie di mogli gaudenti e mariti penitenti - Decameron nº 69
Il poliedrico Joe D'Amato si cimenta in un genere classico degli anni '70, la commedia erotica boccaccesca ed il risultato è piuttosto divertente. Il film è firmato da Romano Gastaldi ma in realtà è stato diretto da Joe D'Amato che con lo pseudonimo di Aristide Massaccesi che ha anche interpretato uno dei frati.
- Titolo: Sollazzevoli storie di mogli gaudenti e mariti penitenti - Decameron nº 69
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Altri interpreti:
Monica Audras: madonna Lucrezia
Marzia Damon: madonna Lavinia
Francesca Romana Davila: Tonia
Attilio Dottesio: Raffaello
Ari Hanow: frate Giovanni
Anna Lina Alberti:
Gianni Ucci:
Antonio Spaccatini:
Maria Piera Regoli:
Stefano Oppedisano:
Tony Askin:
Giorgio Dolfin:
Pasquale Fasciano:
Vera Drudi:
Aristide Massaccesi: frate
Attenzione! Il seguente sommario contiene spoiler.
Joe D'Amato in carriera ha diretto soltanto B Movies e si è spesso divertito a prendere in giro o a imitare generi popolari, a volte con successo altre volte con esito piuttosto incerto.
"Sollazzevoli storie di mogli gaudenti e mariti penitenti - Decameron nº 69" è un film del 1972 in cui il regista ha deciso di creare una commedia sexy, boccaccesca, non è una parodia ed è riuscito piuttosto bene. La trama si divide in tre storie.
Le due cognate
Un uomo parte per concludere un affare di lavoro e la moglie ne approfitta per incontrare l'amante, uno scultore di nome Ignazio. Il marito però torna a casa all'improvviso e non si accorge dell'amante, nascosto sotto il tavolo. Intanto giunge la sorella del marito, che si riposa sul letto e scopre per caso l'amante. I due trombano e quando il marito riparte, le due donne si dividono l'amante e quando questi è sfinito, lo cacciano fuori di casa in malo modo.
Fra' Giovanni
Un giovane frate, Giovanni, incontra una donna che lo eccita, lo sfrutta, accetta di farsi scopare ma solo dopo essersi fatta pagare e poi racconta tutto al marito. Questi lo obbliga all'autocastrazione con un coltello, per liberarsi il pene da un marchingegno.
Lavinia e Lucia
Un uomo avaro e anziano ha rari rapporti con la giovane moglie Lavinia per non sciuparne la pelle. Un giovane, per conoscere Lavinia, si traveste da donna e si fa presentare da un amico di famiglia come Lucia. Il marito parte per affari e affida Lavinia alla finta cameriera. Al momento di andare a letto, Lavinia scopre che Lucia è in realtà un uomo e ne approfitta. Quando il marito torna a casa, Lavinia rifiuta di fare l'amore con lui, che tenta allora d'insidiare la cameriera, accorgendosi che è un uomo. Lucia racconta che il pene le è spuntato fuori all'improvviso; l'uomo allora chiama un medico che lo rassicura, dicendogli che Lucia è un ermafrodito e ciò gli porterà fortuna, poiché chi s'accoppierà con lei avrà infatti solo figli maschi. Il marito invita quindi Lavinia ad accoppiarsi con Lucia per avere un figlio maschio.
Per quanto riguarda la firma, in un intervista D'Amato ha spiegato:
Il film risulta firmato da Romano Gastaldi, il mio aiuto. Siccome io facevo già il direttore della fotografia non sono voluto apparire come regista. Poi non pensavo che fosse un gran film...
Si sbagliava, il film non è male, soprattutto a confronto con gli altri che giravano in quel periodo.
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